Intanto nella DC (1983-1987)

Nettamente sconfitta nelle elezioni del giugno ’83, anche in conseguenza della politica di rigore economico degli anni precedenti, la DC cede la presidenza del Consiglio al segretario socialista Bettino Craxi. Arnaldo Forlani è vice presidente.

Non tarda a instaurarsi un clima di accesa rivalità fra i due partiti, pure se alleati al governo con buoni risultati. L’ambizione dei socialisti di acquisire nuovi spazi ai danni della Democrazia Cristiana suscita inevitabili contraccolpi. Terreno di scontro, fra gli altri, la questione delle amministrazioni locali, per le quali la DC chiede invano che i socialisti si sgancino dai comunisti là dove siano possibili maggioranze di pentapartito. Difficilmente conciliabili apparivano poi le divergenze (politiche, ma anche caratteriali) dei due segretari: Bettino Craxi, artefice di un progetto autonomista del Psi che si proponeva come coagulo di una nuova forza di sinistra riformista, e Ciriaco De Mita che riconosceva invece nel PCI, l’altra grande forza popolare accanto alla Democrazia Cristiana, il vero interlocutore in vista di un nuovo assetto politico e istituzionale del Paese.

Intanto la Democrazia Cristiana ha avviato un vasto processo di rinnovamento interno per ovviare alle cause della sconfitta elettorale dell’83. E appare improntata alla ricerca di una conduzione unitaria del Partito la lunga Segreteria di Ciriaco De Mita che viene confermato nel congresso del febbraio ’84 (prevale su Enzo Scotti, che diventa vice segretario) e in quello del maggio ’86. Positivi i risultati che i democristiani registrano nel voto amministrativo del 1985, largamente favorevole alle loro liste, mentre sintomo di un diverso clima politico anche all’interno della DC è poi la elezione al Quirinale di Francesco Cossiga, avvenuta con ampia maggioranza al primo scrutinio (luglio 1985).