Politica estera
Una vera e propria passione per le questioni della politica internazionale caratterizza l’intera vita politica di Andreotti. Glielo ha insegnato De Gasperi, uomo di frontiera, di cultura mittleuropea, alieno dal provincialismo di molta della classe politica italiana a lui contemporanea. Alla scuola dello statista trentino Andreotti matura fin dagli anni giovanili la convinzione che l’Italia, modesta potenza (per giunta, in quegli anni, collocata sul rischioso crinale fra Est e Ovest), legata alle importazioni dall’estero, troppo debole per difendersi da sola, abbia un interesse primario a non estraniarsi dai giochi della politica internazionale. In questo quadro si sviluppano in Andreotti alcune fondamentali linee guida: decisa scelta filo-americana, ma in un atteggiamento di assoluta dignità nei confronti del potente alleato, convinto europeismo, cura per la vocazione mediterranea dell’Italia e per il ruolo di operatore di pace e di tutela dei diritti umani, cominciando da quelli religiosi, che il nostro Paese è chiamato a svolgere.
Andreotti è convinto che la solidarietà europea, l’aggancio all’Occidente sfuggendo a tentazioni neutraliste, la distensione in Europa, la pace in Medio Oriente e nel Mediterraneo (suo spazio vitale), siano interessi primari dell’Italia, e per essi opera con coerenza nel corso degli anni. All’insegna di un pragmatismo che caratterizza il suo stesso modo di essere e che lo porterà a scelte anche controcorrente e controverse. Aiutato da una straordinaria capacità di relazioni personali e collegamenti internazionali a tutto campo e in piena collaborazione con la Chiesa con la quale il cattolico Andreotti trova particolari sintonie.
La collaborazione con De Gasperi
Leggi tuttoDal 1947 al 1953 Andreotti, nel ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è accanto a De Gasperi, alle prese, nel dopoguerra, con un arduo tentativo di recupero del prestigio dell'Italia e del suo ruolo internazionale dopo il fascismo e la sconfitta militare. Sono gli anni delle trattative del Trattato di pace, della “questione Trieste” e dell’Accordo De Gasperi-Gruber sull'Alto Adige. Ma sono gli anni soprattutto delle grandi scelte fra Est e Ovest, dell’avvicinamento dell’Italia agli Stati Uniti, dell’adesione alla NATO, del Piano Marshall e dell’avvio della costruzione dell’unità europea.
Ministro della Difesa
Leggi tuttoL’esperienza in prima persona di Andreotti in ambito internazionale ebbe inizio nel 1959 con la nomina, nel II governo Segni, a ministro della Difesa: una carica che egli manterrà interrottamente fino al 1966 per poi riassumerla nel 1974 con il V governo Rumor.
Sua linea di orientamento: fedeltà alla NATO, ma con un ruolo non subordinato dell’Italia per quanto riguardava gli ambiti considerati prioritari per gli interessi del nostro Paese: in particolare il dialogo fra Est e Ovest, i processi di distensione, il Mediterraneo, il Medio Oriente con una speciale attenzione verso il mondo arabo.
Presidente del consiglio 1972-1973
Leggi tuttoAndreotti torna a occuparsi da protagonista di politica internazionale quando, nel 1972, viene chiamato a guidare un governo elettorale cui seguirà il cosiddetto “Andreotti-Malagodi”.
Pur in quadro di debolezza politica dell’esecutivo e di serie difficoltà economiche del Paese, Andreotti non rinuncia a inserire l’Italia nel giro delle iniziative diplomatiche che in quella fase tendono all’avvicinamento fra Est e Ovest dopo gli anni della guerra fredda. Nell’ottobre del 1972 va a Mosca in visita ufficiale per approfondire il tema della organizzazione di una iniziativa multilaterale sulla sicurezza in Europa. Quella che sarà la conferenza di Helsinki del 1975.
Presidente del Consiglio 1976-1979
Leggi tuttoNella seconda metà degli Anni Settanta, l’Italia si trova in una situazione difficile nei rapporti con i tradizionali alleati europei e occidentali, timorosi sulle capacità del Paese di superare la grave situazione economica e politica interna. Erano gli anni in cui venivano rivolti ammonimenti all’Italia (lo fece il cancelliere Schmidt al vertice di Portorico del ’75) a non coinvolgere i comunisti nel governo, mentre lo stesso Schmidt chiedeva l’oro della Banca d’Italia in garanzia di un prestito vitale per la nostra economia in affanno.
Presidente di Commissione 1979-1983 e Ministro degli Esteri 1983-1989
Leggi tuttoLasciato il governo nel luglio '79, Andreotti mantenne una incisiva presenza sulla scena della politica internazionale quale presidente della Commissione Esteri della Camera prima di assumere la guida della Farnesina dal 1983 al 1989.
E' una fase di particolare iniziativa dell'Italia sullo scenario del Mediterraneo e del Medio Oriente e Andreotti può dare spazio alla sua strategia di attenzione verso il mondo islamico perseguita da anni pur fra non poche critiche.
Presidente del Consiglio 1989-1992
Leggi tuttoIl ritorno di Andreotti a Palazzo Chigi, nel luglio 1989, coincise con il crollo del blocco comunista nell’Europa orientale. In quell’area, di grande interesse per il nostro Paese, Andreotti e il ministro degli Esteri De Michelis si impegnano per assicurare all'Italia un ruolo di protagonista dei grandi fenomeni di trasformazione e di apertura politica ed economica. Lo testimoniano progetti quali la “Quadrangolare” e la “Iniziativa adriatica”.