I Legislatura 1948-1953
Elezioni 18 aprile 1948: candidato n. 2 nella lista della DC nella circoscrizione XIX Roma Viterbo Latina Frosinone; 169.476 preferenze. Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del V, VI e VII Governo De Gasperi (maggio 1948-gennaio 1950; gennaio 1950-luglio 1951; luglio 1951-luglio 1953).
Dopo le prime elezioni politiche dell’Italia repubblicana, il 18 aprile 1948, che vedono la netta vittoria della Democrazia Cristiana su Partito Comunista e Partito Socialista alleati nel Fronte Popolare, De Gasperi forma il suo V governo e conferma Andreotti nella carica di sottosegretario alla Presidenza.
In quegli anni drammatici del dopoguerra, al fianco del Presidente del Consiglio, Andreotti segue in prima persona le principali questioni che l’Italia si trova ad affrontare. Dai gravissimi problemi della ricostruzione all’approvazione del Trattato di pace con l’angosciante nodo delle rivendicazioni jugoslave sull’Istria e su Trieste Approfondimenti disponibili per questo argomento:
Interesse di Andreotti per la crisi di Trieste (La Lettura 12-07-2015) e con la difficile trattativa sull’Alto Adige; dalla scelta fra monarchia e repubblica all’approvazione della Costituzione; dalla divisione internazionale fra Occidente e blocco comunista al conseguente, radicale contrasto fra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano; dalla nascita dell’Alleanza atlantica ai primi passi dell’unità europea. Fino alla tormentata questione della riforma elettorale voluta da De Gasperi per garantire una maggiore stabilità alle maggioranze di governo e duramente contrasta dalla opposizione che parlò di “legge truffa”.
Per conto di De Gasperi, il giovane sottosegretario si occupa di molte delle principali vicende della politica del momento. Come la elezione del presidente della Repubblica, nel 1948: Andreotti fa parte della delegazione che, incaricata da De Gasperi, deve comunicare a Carlo Sforza l’impossibilità della sua candidatura. È lui inoltre a rimuovere le ultime resistenze di Luigi Einaudi ad accettare la Presidenza e ad accompagnarlo in macchina al Quirinale dopo la elezione. Contemporaneamente su Andreotti gravano i compiti legati alle sue vaste deleghe di sottosegretario alla Presidenza. Mentre continua a svolgere il ruolo di collegamento fra il Presidente del Consiglio e il giornale della DC, “Il Popolo”, a lui spetta di curare i rapporti del governo con il parlamento e soprattutto con i senatori di diritto i cui voti al Senato sono determinanti per la maggioranza. Ma, soprattutto, portano la firma del giovane sottosegretario alcuni provvedimenti destinati a incidere in modo decisivo in settori importanti della vita del Paese.
Lo Spettacolo, in primo luogo: gli anni di Andreotti sottosegretario sono quelli della ripresa della industria cinematografica nazionale e del rilancio degli stabilimenti di Cinecittà devastati nell’immediato dopoguerra. E’ di Andreotti la legge che impone alle produzioni americane di reinvestire in Italia buona parte dei proventi derivanti dalla distribuzione delle loro pellicole nelle sale italiane. Questo significò un boom dell’attività cinematografica con il trasferimento in Italia della produzione di molti film americani. Un fenomeno dai risvolti anche sociali: la presenza, soprattutto a Roma, di molte star internazionali accese la miccia della esplosione della “dolce vita”.
E poi lo Sport: sono firmati da Andreotti i provvedimenti, elaborati in collaborazione con Giulio Onesti, di rinascita del CONI (di cui in un primo momento era stata decisa l’abrogazione). Al Comitato olimpico nazionale ed all’intero movimento sportivo italiano venne assicurata autonomia finanziaria (e quindi totale indipendenza da poteri esterni, soprattutto politici) grazie al collegamento con i proventi del Totocalcio. Di questi anni sono poi, fra l’altro, l’assegnazione a Roma delle Olimpiadi del 1960 e a Cortina di quelle invernali del 1956 e quel "veto Andreotti" Approfondimenti disponibili per questo argomento:
Il “veto Andreotti” sui calciatori stranieri che bloccò l’importazione di calciatori stranieri per favorire la crescita del settore nazionale.
L'Epurazione fu un'altra questione, delicatissima di cui Andreotti dovette occuparsi. Insieme con il vicepresidente del Consiglio Piccioni e con il ministro della Giustizia Grassi, il giovane sottosegretario fa parte della commissione incaricata di decidere sulla sorte degli alti dirigenti dello Stato compromessi con il fascismo.
Andreotti è ormai un personaggio di primo piano sulla scena politica in grado di assumere iniziative rilevanti come quella che sventò la ”Operazione Sturzo” (una ipotesi di alleanza benedetta dal Vaticano fra cattolici e destra in occasione delle elezioni comunali di Roma nel 1952): un intervento diretto di Andreotti su Pio XII convinse il Papa a rinunciare. Ma Andreotti è anche, inevitabilmente, al centro di polemiche politiche. È il caso del cosiddetto “Abbraccio di Arcinazzo”: l’incontro fra Andreotti e il Maresciallo Rodolfo Graziani (già ministro della Difesa della Repubblica di Salò e in quel momento presidente onorario del MSI) avvenuto in occasione di un comizio elettorale il 3 maggio ‘53, che le sinistre strumentalizzarono come la prova di inesistenti connivenze fra la DC e la destra.
Interesse di Andreotti per la crisi di Trieste (La Lettura 12-07-2015)