VIII Legislatura 1979-1983
Elezioni 3 giugno 1979: candidato n. 1 nella lista della DC nella circoscrizione XIX Roma Viterbo Latina Frosinone; 302.745 preferenze. Presidente della Commissione Affari Esteri della Camera. Presidente del Gruppo italiano dell’Unione Interparlamentare. Presidente della Commissione Politica della Unione Interparlamentare.
Andreotti viene confermato deputato con oltre trecentomila voti di preferenza personale nelle elezioni del giugno 1979, ma queste sanciscono la fine della Solidarietà nazionale ed egli, che di questa linea politica è stato protagonista, si fa da parte. L’incarico, che il presidente Pertini gli affida, di formare un nuovo esecutivo non va infatti a buon fine, anche per la contrarietà dei socialisti che puntano all'alternanza nella guida del governo. Craxi, poi, ha motivi ulteriori di avversione: è convinto infatti che Andreotti avesse manovrato contro di lui nella cosiddetta vicenda “Eni-Petronim”.
Lasciato il governo, su sollecitazione del capogruppo DC Bianco Andreotti assume la presidenza della Commissione Esteri della Camera (che manterrà per l’intera legislatura) e viene designato all’unanimità presidente del Gruppo italiano nella Unione interparlamentare, della quale diviene presidente della Commissione politica. In questa veste, nel 1982, organizza a Roma l’assemblea annuale dell’Unione alla quale invita a partecipare il leader palestinese Arafat. Si tratta di un segno di apertura al mondo palestinese coerente con la linea costantemente seguita da Andreotti sul Medio Oriente: ricerca di un accordo fra palestinesi e israeliani, nella comprensione per le esigenze dei primi senza minimamente violare gli interessi di Isarele. Ma le polemiche sono violente.
È puntata dunque soprattutto sulle vicende internazionali l’attenzione di Andreotti in questi anni. Vicende che in questa fase conoscono momenti particolarmente significativi: l’allargamento della CEE alla Grecia (per il quale Andreotti aveva lavorato da Presidente del Consiglio e che vede una ovazione riservata alla delegazione italiana durante la cerimonia di firma del trattato) ma soprattutto l’aspro dibattito per la installazione anche in Italia dei missili Pershing della NATO. La preoccupazione di Andreotti è che la questione possa costringere il PCI a tornare indietro rispetto ai progressi in senso filo-occidentale compiuti negli ultimi anni sotto la guida di Berlinguer. Nel 1980, di fronte al boicottaggio da parte degli Stati Uniti delle Olimpiadi di Mosca, Andreotti è protagonista di un intenso, ma inutile, lavoro di mediazione.
Per quanto riguarda l’attività di partito, nel congresso della DC Approfondimenti disponibili per questo argomento:
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Tesserino congressuale di Andreotti
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Preambolo
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Discorso di Andreotti (1 di 3)
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Discorso di Andreotti (2 di 3)
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Discorso di Andreotti (3 di 3)
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Mozione congressuale Andreotti-Zaccagnini
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - La posizione di Giulio Andreotti
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Apprezzamento di padre Sorge per il discorso di Andreotti
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Richard Nixon ringrazia dell'invio del discorso di Andreotti al congresso svoltosi a Roma nel 1980, Andreotti insieme con Zaccagnini, si contrappone alla linea di rottura con il PCI sostenuta dal fronte del “Preambolo” ispirato da Donat Cattin, con il sostegno di Colombo, Rumor e del gruppo di Iniziativa popolare. Ma il Preambolo prevale, eleggendo alla segreteria Flaminio Piccoli. La corrente andreottiana (corrente anomala, la definisce il leader, senza proprie pubblicazioni né riunioni di aggiornamento) ottiene il dieci per cento dei voti dei delegati. Due anni dopo, nel congresso successivo, Andreotti si affianca a Piccoli e Fanfani per portare, con successo, alla segreteria Ciriaco De Mita.
Nel 1981 scoppia lo scandalo della loggia massonica P2. Andreotti viene chiamato a testimoniare davanti alla commissione di inchiesta parlamentare presieduta da Tina Anselmi e dimostra la sua estraneità alla vicenda.
Sul piano personale, per Andreotti questi sono anni di particolare serenità in famiglia. Nel 1979, in luglio, proprio in un momento di grande complessità politica (e amarezza personale), diventa nonno per la prima volta: nasce Giulia, la figlia di Serena Andreotti. Pochi mesi dopo sarà la volta di Girolamo, figlio di Marilena. Negli anni successivi arriveranno Paolo (secondogenito di Serena) e Giulio, figlio di Stefano Andreotti. Prosegue intanto la sua attività di scrittore, per la quale Andreotti fa ampio ricorso ai suoi ricordi personali. Nel 1980 esce “A ogni morte di papa” nel quale Andreotti racconta i suoi rapporti con i Pontefici e con il Vaticano. Del 1981 e del 1982, sono poi “Visti da vicino 1” e “Visti da vicino 2”: ritratti di personaggi conosciuti personalmente.
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Tesserino congressuale di Andreotti
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Preambolo
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Discorso di Andreotti (1 di 3)
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Discorso di Andreotti (2 di 3)
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Discorso di Andreotti (3 di 3)
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Mozione congressuale Andreotti-Zaccagnini
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - La posizione di Giulio Andreotti
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Apprezzamento di padre Sorge per il discorso di Andreotti
XIV Congresso della DC. Roma 1980 - Richard Nixon ringrazia dell'invio del discorso di Andreotti al congresso
G7 a Tokyo il 28-29 giugno 1979.
- G7 a Tokyo il 28-29 giugno 1979. Da sinistra: il primo ministro giapponese Takeo Fukuda, il primo ministro canadese Joe Clark, il cancelliere tedesco Helmut Schmidt. Il presidente francese Valery Giscard d'Estaing, gli imperatori del Giappone Hirohito e Teimei, il presidente americano Jimmy Carter, il primo ministro britannico Margaret Thatcher e Giulio Andreotti.
G7 a Tokyo il 28-29 giugno 1979.
- G7 a Tokyo il 28-29 giugno 1979. Da sinistra: Il presidente francese Valery Giscard d'Estaing, il primo ministro giapponese Takeo Fukuda, il presidente americano Jimmy Carter, il primo ministro britannico Margaret Thatcher , Giulio Andreotti. il primo ministro canadese Joe Clark, il cancelliere tedesco Helmut Schmidt