Intanto nella DC (1948-1953)
La schiacciante vittoria nelle elezioni del 1948 consegna alla Democrazia Cristiana la maggioranza assoluta in Parlamento. De Gasperi tuttavia non rinuncia all'alleanza con i partiti minori (come i numeri gli avrebbero consentito) e conferma la formula del centrismo che, fra alti e bassi, durerà l'intera legislatura. Prima conseguenza di tale scelta, l'elezione a Presidente della Repubblica, fortemente sostenuta da De Gasperi, del liberale Luigi Einaudi, dopo la forzata rinuncia del repubblicano Carlo Sforza.
I governi De Gasperi e la DC si caratterizzano per un forte impegno riformistico, grazie ad anni di intenso e difficile lavoro contro la disoccupazione e il riscatto economico e sociale del Paese. Dal Piano INA Case di Fanfani (1949) alla Riforma agraria di Segni (1950), dal Piano per i cantieri di lavoro e rimboschimento (1949) alla Riforma tributaria di Vanoni (1951) fino alla Cassa del Mezzogiorno (1950). Contemporaneamente, la grande scelta di campo internazionale con l'adesione dell’Italia alla NATO (1949).
La vita della Democrazia Cristiana in questa fase è segnata dai congressi di Venezia (giugno 1949) e di Roma (novembre 1952), mentre si avvicendano le Segreterie di Piccioni, Cappi (gennaio ‘49), Taviani (giugno ‘49) e Gonella (aprile ‘50). La leadership di Alcide De Gasperi appare sempre sostanzialmente stabile, ma non mancano le critiche. A quelle dei dossettiani di “Cronache Sociali” si affiancano le prese di distanza di Gronchi e dei suoi sostenitori di “Politica Sociale”. Le divergenze con il Presidente del Consiglio riguardano soprattutto la scelta della NATO ( molti contestatori propugnano una politica di neutralità europea contro i blocchi di Est e Ovest), le decisioni economiche (alla linea del governo per il pareggio di bilancio e il contenimento della inflazione si contrappongono impostazioni di tipo keynesiano di spesa dello Stato per favorire l’occupazione e la crescita sociale), le alleanze di governo (si chiedono alla DC scelte più autonome, anche in nome di una più rigorosa applicazione dei principi cristiani mentre per De Gasperi non c’è realisticamente alternativa all’intesa con i partiti di centro).
Nel novembre 1951 Giuseppe Dossetti si ritira dalla politica per seguire la vocazione religiosa e viene in questo modo a cessare l’esperienza di “Cronache Sociali” i cui esponenti confluiscono in gran parte nel nuovo gruppo “Iniziativa democratica” promosso da Taviani e Rumor. Pur ribadendo fedeltà a De Gasperi e alle sue scelte, questa componente chiede di uscire dagli “schemi cristallizzati” e sollecita cambiamenti nella politica economica e spazio per nuove leve del partito. Si incomincia a parlare, nella DC, di una “seconda generazione”. Intanto una moderata fronda interna si raccoglie in un eterogeneo gruppo che prende il nome di Vespa.
Momenti difficili, inoltre, la Democrazia Cristiana di De Gasperi, vive nei rapporti con parte qualificata del mondo cattolico, comprese alcune alte e altissime gerarchie ecclesiastiche. La rivendicazione, da parte dello statista trentino, di piena autonomia per i cattolici in politica, urta a volte con sollecitazioni, venate spesso di integralismo, di un’azione di governo maggiormente improntata ai principi religiosi. Richieste di maggiore spazio vengono inoltre da dirigenti dell’associazionismo cattolico in considerazione della forza organizzativa ed elettorale da questo espressa. De Gasperi, preoccupato per l’unità politica dei cattolici italiani, deve affrontare momenti amari di incomprensione anche da parte di Pio XII, come in occasione della cosiddetta “Operazione Sturzo”, il progetto - naufragato per la ferma reazione della DC - di una lista elettorale comune fra cattolici e destra nelle elezioni comunali di Roma del 1952.
V Congresso della DC. Napoli 1954 - Il discorso di Andreotti (1 di 2)
V Congresso della DC. Napoli 1954 - Il discorso di Andreotti (2 di 2)
V Congresso della DC. Napoli 1954 - Dichiarazione di voto