Intanto nella DC (1963-1968)
I risultati negativi delle elezioni dell’aprile ’63 (-4,1% per la DC), non fermano la svolta di centrosinistra e dopo un periodo di decantazione dello scenario politico con un governo di transizione affidato a Giovanni Leone, Aldo Moro dà vita al primo governo organico con il partito socialista (dicembre ’63). La componente centrista all’interno della Democrazia Cristiana guidata da Mario Scelba minaccia di non votare la fiducia. La minaccia rientrerà: l’alleanza con i socialisti verrà accettata da tutti i DC (da alcuni con soddisfazione, da altri come rassegnazione), ma resteranno, nel corso degli anni, le polemiche e le insofferenze. Criticati soprattutto atteggiamenti da parte del PSI giudicati massimalisti e particolarmente pericolosi in uno scenario di difficoltà economiche. Fece scalpore, a questo riguardo, nel maggio del 1964, una lettera - finita sui giornali - di Emilio Colombo, ministro del Tesoro, al Presidente Moro per denunciare il rischio degli effetti inflattivi di alcune leggi in programma.
La prima preoccupazione, in questo clima, del nuovo segretario della DC, il doroteo Mariano Rumor, eletto in sostituzione di Aldo Moro nel gennaio 1964 (verrà poi confermato dopo i congressi di Roma 1964 e di Milano 1967), era l’unità del partito. A questo scopo mirava anche l’appello a eliminare le correnti interne lanciato in occasione del congresso di Roma del settembre 1964. L’appello venne raccolto da Andreotti che sciolse Primavera e confluì nel gruppo dei dorotei, ma in effetti il congresso sembrò invece quasi codificare le divisioni interne, introducendo il sistema proporzionale nelle votazioni e finendo con l'ufficializzare da allora in poi il sistema delle correnti. Venne sancita l’esistenza di quattro raggruppamenti: Impegno democratico (dorotei più Moro, con il 48 per cento dei voti), Nuove Cronache (Fanfani, 21 per cento), la sinistra di Forze Nuove, Base e sindacalisti di Rinnovamento (20 per cento), Centrismo popolare (Scelba e Gonella, 11 per cento).
I contrasti interni alla DC tornarono poi a manifestarsi in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica dopo le dimissioni di Antonio Segni. L’impossibilità di individuare un candidato unitario della Democrazia Cristiana portò a una lunghissima serie di votazioni dalle quali scaturì la designazione del socialdemocratico Giuseppe Saragat alla fine di dicembre del 1964. In questo scenario difficile si rafforza nel partito, per l’autorevolezza e la capacità di mediazione, la leadership politica e morale di Aldo Moro.
XVIII Congresso della DC. Roma 1989 - Discorso di Andreotti (1 di 2)
XVIII Congresso della DC. Roma 1989 - Discorso di Andreotti (2 di 2)