Intanto in Italia (1972-1976)
Elezioni: 7 maggio 1972. Governi: Andreotti II (26 giugno 1972 - 7 luglio 1973); Rumor IV (7 luglio 1973 - 14 marzo 1974); Rumor V (14 marzo 1974 - 23 novembre 1974); Moro IV (23 novembre 1974 - 12 febbraio 1976); Moro V (12 febbraio 1976 - 29 luglio 1976).
È una fase particolarmente difficile per la società nazionale e per l’economia. Le vaste richieste di cambiamento e le rivendicazioni sociali mettono in crisi i tradizionali sistemi imprenditoriali e produttivi, mentre si appesantiscono i bilanci pubblici con i costi delle riforme che cercano di dare risposte alla pressione sociale, con conseguenze pesanti sull’inflazione. Un quadro complesso che viene ulteriormente appesantito dagli effetti del clamoroso embargo petrolifero deciso dai Paesi arabi a causa della guerra del Kippur.
Esplodono la violenza politica e il terrorismo che insanguineranno per anni le città italiane. Le Brigate Rosse, nell’aprile del ’74, con il sequestro del magistrato Mario Sossi, inaugurano la loro strategia di violenza e di morte che porterà nel giro di pochi anni a 86 omicidi. Un mese dopo, la strage di destra di piazza della Loggia a Brescia e, in agosto, quella a bordo del treno Italicus.
Il referendum sul divorzio (maggio 1974) divide l’opinione pubblica mentre il malessere cresce per annunci, più o meno realistici, di trame golpiste e di scandali. Destano clamore e sconcerto vicende come quella del fallimento Sindona e dello scandalo Lockheed che coinvolgerà ambienti qualificati della politica fino al presidente della Repubblica Leone (costretto alle dimissioni, ma risultato poi del tutto estraneo alle accuse).
Si susseguono momenti tragici: epidemia di colera a Napoli nell’estate del 1973, terremoto in Friuli nel maggio 1976. Mentre nel dicembre 1973, la strage di 32 persone in un attacco di terroristi palestinesi nell’aeroporto di Fiumicino pone l’Italia al centro degli scenari terroristici internazionali.
Dopo le elezioni del ’72 (tenuta della DC, calo dei socialisti e sensibile aumento della destra missina) il centrosinistra è in crisi. Si cerca una difficile riproposizione della formula centrista con il governo Andreotti-Malagodi ma il tentativo dura poco. Nel giugno ’73, un accordo promosso a Palazzo Giustiniani da Amintore Fanfani (tornato segretario della DC) fra i leader democristiani riapre le porte al centrosinistra che governerà fino all’inizio del 1976 (governi di Mariano Rumor e di Aldo Moro) quando, anche per effetto del voto regionale del ’75 molto favorevole al PCI, il segretario socialista De Martino dichiarerà morta l’alleanza parlando di “equilibri più avanzati”. Saranno nuovamente elezioni anticipate.
Intanto, la DC si affida a Benigno Zaccagnini, segretario dal luglio ‘75, per un rilancio presso un elettorato deluso. Dal canto suo, il PCI di Enrico Berlinguer avvia una stagione nuova all’insegna della divaricazione dall’Unione Sovietica (eurocomunismo) e della ricerca di intese con la Democrazia Cristiana: il “compromesso storico”.