Ministro della Difesa

L’esperienza in prima persona di Andreotti in ambito internazionale ebbe inizio nel 1959 con la nomina, nel II governo Segni, a ministro della Difesa: una carica che egli manterrà interrottamente fino al 1966.
Sua linea di orientamento: fedeltà alla NATO, ma con un ruolo non subordinato dell’Italia per quanto riguardava gli ambiti considerati prioritari per gli interessi del nostro Paese: in particolare il dialogo fra Est e Ovest, i processi di distensione, il Mediterraneo, il Medio Oriente con una speciale attenzione verso il mondo arabo.
Contemporaneamente, Andreotti si trovò alle prese con la necessità di ammodernare l’apparato militare italiano. Un impegno da realizzarsi, a suo giudizio, attraverso stretti rapporti con gli Stati Uniti ma favorendo, contemporaneamente, le industrie italiane del settore.
Delicatissima, poi, la questione della creazione di una difesa missilistica della NATO di fronte all’accresciuta minaccia sovietica legata ai successi di Mosca nella ricerca spaziale. Fu il momento della installazione di armamenti americani a Gioia del Colle e del dibattito sulla possibile creazione di una forza nucleare multilaterale all’interno della NATO, in uno scenario reso drammatico dalla crisi di Cuba dell’ottobre 1962.
Si moltiplicarono per Andreotti le occasioni di contatto con i politici di Washington che cominciarono a considerarlo come un interlocutore affidabile e con molti dei quali si strinsero rapporti di cordialità e collaborazione destinati a protrarsi negli anni.