Presidente del Consiglio 1989-1992
Il ritorno di Andreotti a Palazzo Chigi, nel luglio 1989, coincise con il crollo del blocco comunista nell’Europa orientale. In quell’area, di grande interesse per il nostro Paese, Andreotti e il ministro degli Esteri De Michelis si impegnano per assicurare all'Italia un ruolo di protagonista dei grandi fenomeni di trasformazione e di apertura politica ed economica. Lo testimoniano progetti quali la “Quadrangolare” e la “Iniziativa adriatica”.
Con particolare attenzione il governo italiano guardò al processo di riunificazione tedesca. Andreotti, sebbene in una primissima fase avesse mostrato qualche perplessità in merito, si rese rapidamente conto che la nascita di una Germania unificata rappresentava uno sviluppo ineluttabile. Obiettivo di Roma fu dunque il ricondurre tale evento nel quadro di due obiettivi fondamentali: il mantenimento in vita dell’Alleanza Atlantica e il rafforzamento dell’integrazione europea. L’Italia concentrò la sua attenzione su quest’ultimo aspetto e nel corso del 1990 favorì la convocazione di una conferenza intergovernativa sulla integrazione politica, che avrebbe dovuto affiancarsi alla già prevista CIG per l’attuazione della Unione monetaria con la sempre più concreta prospettiva dell’adozione di una moneta unica europea.
La fine del comunismo fece sentire dapprima le sue ripercussioni in Jugoslavia innescando un rapido processo di disgregazione del paese. Dopo aver cercato di contrastare tale deriva, le autorità italiane non poterono che procedere al riconoscimento dell’indipendenza della Slovenia e della Croazia, sulla spinta della Germania, della Santa Sede e di gran parte dell’opinione pubblica interna.
Anche l’isolata Albania visse tra il 1990 e il 1991 il crollo del regime comunista, che in questo caso si tradusse in successive ondate di flussi migratori di massa verso l’Italia, che misero a dura prova la capacità dello stato italiano di fronteggiare in maniera efficace tale fenomeno. Nell’agosto del 1991, con un vero e proprio atto di forza, il governo Andreotti rimpatrià migliaia di albanesi giunti in Puglia con la nave “Vlora”. Sebbene inevitabile e, peraltro, in linea con le richieste dello stesso governo di Tirana preoccupato per le fuga in massa della popolazione albanese, tale decisione ebbe riflessi negativi dal punto di vista dell’immagine del Paese in ambito internazionale e in numerosi settori dell’opinione pubblica, fra cui lo stesso mondo cattolico.
Si era avviato nel frattempo il negoziato di Maastricht. Se nell’ambito dell’integrazione politica il governo Andreotti riuscì a favorire una serie di iniziative destinate ad ampliare i compiti del Parlamento e della Commissione, nel contesto del negoziato economico il ministro del Tesoro Guido Carli e il Governatore della Banca d’Italia Ciampi contribuirono in maniera significativa alla determinazione di quegli aspetti del trattato che avrebbero dovuto completare l’UEM e condurre alla nascita di una moneta europea. In tale contesto era speranza dei negoziatori italiani che si potesse riproporre la formula del “vincolo esterno”, ponendo così le basi del risanamento della finanza pubblica. Va notato come il Presidente del Consiglio Andreotti avesse pienamente compreso le conseguenze che sarebbero derivate dal nuovo “vincolo esterno”, in particolare per ciò che concerneva il contenimento della spesa pubblica ed egli fece presente tale esigenza in più di una sede politica.
Ma pochi mesi dopo, nell’estate del 1990, è la invasione del Kuwai da parte dell’Iraq di Saddam Hussein a concentrare l’attenzione della diplomazia. Andreotti si impegna per scongiurare la guerra minacciata dagli USA. Fa ogni sforzo affinché non si abbandoni la strada del negoziato diplomatico puntando sul ruolo che l’URSS e le Nazioni Unite avrebbero potuto giocare. Infine, una volta avviate le operazioni militari con la partecipazione anche italiana, sostiene in febbraio l’ultima iniziativa di pace di Gorbaciov, fallita di fronte alla intransigenza americana. Ciò avrebbe creato un certo raffreddamento nelle relazioni tra Italia e Stati Uniti.